Il mare raccoglie tutte le acque.
Per molti anni, oltre un quarto di secolo, me ne fu precluso l’accesso. Fu per essermi addentrato in un sortilegio di una Sibilla.
Eppure negli anni precedenti mi capitò di camminare nei torrenti insidiando trote e salmerini, risalivo verso la sorgente e sempre più stretto era l’alveo.
Non comprendevo allora, pur attratto dal sorgere d’ogni senso, il legame stretto che all’oceano unisce ogni rio.
Fu nel deserto del negato accesso che intesi ormai svuotato come sia vano risalire alla fonte o scendere al mare, se non si vede l’intero disegno che riunisce allo sguardo tutte le singole acque in cui è impossibile bagnarsi se non una sola volta.
Esso si trova nella pianta del piede.
I nostri piedi hanno un punto in cui sgorga l’acqua, e lì si raccoglie in lago, che inaugura torrenti, che ingrossando in fiumi sfociano nell’oceano dell’arco plantare senza fondo.
I piedi che mi portarono al mare e alle sorgenti custodivano nel contatto della pianta con la terra il riflesso essenziale della meta di ogni cammino.
Fotografia e tatuaggio henna feet a cura di Roberto Ellero.
Cavigliera e anelli di Samarcanda Mestre.