Parlando di trattamento del piede, ci si immagina subito un dito della mano e un punto, o zona, sul piede.
Ma dietro al dito c’è una persona (e il cielo), dietro al punto c’è un’altra persona (e la terra).

La dimensione verticale è rappresentata dall’operatore, quella orizzontale dal ricevente. Ma nel ricevente disteso sul lettino è il piede a raccogliere sulla pianta i due assi: il piede assume in sé la postura verticale, tallone-alluce come piedi-testa.

I due assi “terra-cielo” e “mondo di mezzo” (spalle, zona cardiaca) sono entrambi presenti, e in tutte le tradizioni della spiritualità, nella postura umana, e – se la persona è sdraiata (orizzontale) – essi sono nella pianta del piede, che si stende fra terra e cielo, fra tallone e sommità dell’alluce-testa.

E’ il piede a conservare l’asse verticale (terra-cielo, piedi-testa) e l’asse orizzontale (asse delle spalle), quando il ricevente è disteso supino sul lettino (vedi immagine): il trattamento – anche da questa prospettiva – si rivolge di riflesso al corpo intero a partire dal piede.

Il lavoro sul piede mette in relazione i tre piani, del mondo di mezzo, del basso e dell’alto: il cuore con il primo e col settimo chakra, con la terra e col cielo. Al fine di ottenere uno scambio equilibrato fra le due polarità, un albero ben piantato a terra, dal tronco stabile, con le fronde protese alla luce del cielo.

Se arriva la linfa dalla terra, scorre dalle piante dei piedi, arriva al chakra della radice, risale al cuore e su fino all’epìfisi che apre ai mondi dello spirito. Si trasforma l’ombra in luce, si incanala l’energia vitale che proviene dalla terra, ci si mette in pace con la propria sensualità e senso della bellezza, si percepisce la propria essenza animica.

gli assi nella pianta del piede




Roberto Ellero
Operatore olistico di riflessologia plantare taoista musicale. L'esperienza di vita è unica, individuale. Ma d'altra parte si usa parlare di metodi di riflessologia plantare. Per praticità, definisco il mio rapporto col piede come metodo di riflessologia plantare musicale. Coincide col mio dharma. Esso deriva dall’integrazione interiore alchemica di vari strumenti di indagine, con cui ho ampliato la mia coscienza e sensibilità, ne riporto alcuni: la pratica esecutiva e di ascolto nella musica colta occidentale, studi letterari e filosofici, l’utilizzo autoriale del Web e della multimedialità per approfondire le sinestesie, la pratica del tango argentino, la pratica devozionale tantrica di mano destra Guru Yoga nel buddhismo tibetano Karma Kagyu, la pratica tantrica di mano sinistra del trattamento taoista del piede. E' un metodo, ma funziona solo con le mie mani.