Nonostante tutti i riferimenti a cose conosciute, anche importanti, quando ho davanti agli occhi le piante dei piedi prende la mia attenzione più viva quello che c’è dietro le dita dei piedi: è un richiamo di qualche cosa che non è manifesto, ma c’è, esso interroga come la quinta voce di un corale a quattro voci, si percepisce piano, a tratti, la si insegue per afferrarla, indicarla a chi non crede vi sia.

E non deve sorprendere che la contemplazione del piede attiri nello spazio che si stende dietro le dita… Tutto quel che possiamo agire è nello spazio antistante, il palcoscenico della pianta del piede, ma ogni agire possibile tende allo sfondo dietro le dita, che si intravede fra un dito e l’altro, tende a essere in sintonia con il templum: lo spazio del cielo osservato, è teso a cercare con lo sguardo circoscritto da un orizzonte ma aperto sull’infinito.

Quando un trattamento ai piedi funziona, l’operatore diviene marionetta nelle mani del ricevente… o una cassa armonica, che risuona della sua anima, così chi riceve si vede, si riconosce: e i piedi emanano la sua essenza musicale, la melodia muove le mani che danzano sul pavimento che è le piante dei piedi, danza duale che unifica… L’operatore accoglie il proprio ruolo che è di non esserci. Chi riceve è l’autore.

pianta di un piede




Roberto Ellero
Operatore olistico di riflessologia plantare taoista musicale. L'esperienza di vita è unica, individuale. Ma d'altra parte si usa parlare di metodi di riflessologia plantare. Per praticità, definisco il mio rapporto col piede come metodo di riflessologia plantare musicale. Coincide col mio dharma. Esso deriva dall’integrazione interiore alchemica di vari strumenti di indagine, con cui ho ampliato la mia coscienza e sensibilità, ne riporto alcuni: la pratica esecutiva e di ascolto nella musica colta occidentale, studi letterari e filosofici, l’utilizzo autoriale del Web e della multimedialità per approfondire le sinestesie, la pratica del tango argentino, la pratica devozionale tantrica di mano destra Guru Yoga nel buddhismo tibetano Karma Kagyu, la pratica tantrica di mano sinistra del trattamento taoista del piede. E' un metodo, ma funziona solo con le mie mani.