Nella musica la ritmica è il motore del movimento dei corpi nella danza: i piedi producono la metrica, la musica è caratterizzata dall’alternanza di tempi forti e deboli che richiamano nel corpo una dinamica di movimento in cui i piedi articolano una serie di battere e levare, di arsi e tesi, tensioni preparate e tensioni scaricate.
Il problema della formazione musicale colta è che ti costringe all’ascolto immobile, che non è naturale in quanto l’ascolto della musica deve tradursi in movimento del corpo nello spazio. La costrizione all’interiorizzazione del movimento produce in alte dosi effetti simili all’eccesso di pratiche di meditazione senza il dovuto equilibrio, preparazione e consapevolezza. Tant’è che dal 2010 ho iniziato a praticare il tango argentino, le cui musiche (di compositori argentini di origine italiana) sono un distillato semplificato dell’Opera in musica dell’800. Con tale pratica ho potuto “buttare fuori” negli anni col movimento tutta la musica ascoltata nell’immobilità in precedenza. Diversamente l’eccesso di movimento congelato avrebbe dissestato in modo irreversibile il mio equilibrio energetico.
La pratica dell’ascolto “immobile” nella tradizione della musica colta occidentale è una forma interiorizzata di danza duale, maschile femminile, similmente a quanto avviene – in forma sensibile e mistica – nell’esperienza della meditazione in alcune tradizioni orientali, là dove avviene l’incontro con l’alter ego immaginario: l’ascolto della voce divina come interiore coscienza.
Queste due esperienze confluiscono nella pratica del trattamento del piede: la danza si rovescia a specchio con i piedi radicati nel cielo e apre spazi di consapevolezza e di conoscenza.
Nel buddhismo tibetano ho appreso nel 2015 la tecnica di mano destra (simile alla danza interiorizzata) del Guru yoga, che successivamente avrei accordato alla via di mano sinistra taoista, unendo gli aspetti astratti di visualizzazione all’approccio fisico di contatto dei corpi.
L’insieme di musica e trattamento del piede conduce in un’altra dimensione, in stato meditativo, come un’acqua corrosiva dell’io ordinario.
Quello che da noi non si comprende è che l’ascolto astratto della musica colta è una forma tantrica duale interiorizzata, in cui la forza vitale dionisiaca viene forzata in alto in forme sublimate. Si tratta di dinamiche interiori potentissime anche pericolose, cui non si viene preparati adeguatamente. Nell’antica Grecia, nei misteri eleusini, centinaia di persone assieme venivano iniziate ai misteri attraverso la trance indotta dalla danza e dalla musica. La ricerca di particolari stati coscienziali di trance poneva Dioniso come forza sacrale capace di modificare, di sublimare, lo stato di veglia, per un superamento dell’ego.
Ci siamo persi la natura sacra dell’esperienza musicale, la dimensione iniziatica, l’apertura-partecipazione a una natura divina. Il recupero è possibile a partire dai piedi.
Nel video una Pavana, danza di corte del ‘500, deprivata degli aspetti coreutici e resa interiore nella scrittura musicale di John Dowland.
youtube.com/watch?v=MJBRBUkIBws