Śavāsana (शवासन) e riflessologia plantare: analisi delle analogie neurofisiologiche e spirituali tra il riposo cosciente yogico e il metodo olistico “Dai piedi al cielo”
Introduzione: il paradigma del riposo cosciente e l’integrazione psicosomatica
L’approfondimento delle discipline olistiche contemporanee, come la riflessologia plantare, rivela una profonda convergenza con le pratiche meditative orientali, in particolare lo Yoga. Entrambe le metodologie condividono un obiettivo fondamentale: facilitare l’integrazione psicosomatica attraverso l’attivazione della Risposta di Rilassamento (RR) e il riequilibrio del Sistema Nervoso Autonomo (ANS).1 Questa analisi si concentra sulla postura di riposo fondamentale dello Yoga, Śavāsana, e la sua relazione strutturale, fisiologica e spirituale con la posizione di ricezione della riflessologia plantare, con un focus specifico sul metodo italiano “Dai Piedi al Cielo” (DPC), di Roberto Ellero.
Il riposo intenzionale e consapevole, come quello promosso da Śavāsana o dallo Yoga Nidra (sonno yogico), si distingue dal riposo passivo o dal semplice sonno.2 Mentre una pausa o un sonnellino possono offrire un sollievo temporaneo, la pratica del rilassamento cosciente crea le condizioni neurofisiologiche necessarie per la guarigione profonda, il bilanciamento e il benessere emotivo.2 Questo articolo mira a dimostrare che, nonostante le differenze nel meccanismo di stimolazione (interno nello Yoga, esterno nella Riflessologia), la posizione supina passiva funge da catalizzatore essenziale per l’integrazione, sia fisica che spirituale, in entrambi i contesti terapeutici.
L’obiettivo di questo articolo è triplice: fornire una sintesi informativa su Śavāsana basata su fonti autorevoli; illustrare il contesto terapeutico della riflessologia plantare; infine, delineare le analogie tra Śavāsana e la ricezione di un trattamento olistico con il metodo DPC.
La tesi sostenuta è che la condizione di immobilità e la posizione supina – in entrambi i contesti – non è un mero requisito fisico, ma un ambiente neurofisiologico e spirituale necessario affinché il ricevente possa raggiungere la resa (surrender), l’integrazione del trauma e l’armonizzazione energetica.
Śavāsana (शवासन): la postura di integrazione e la resa cosciente
Eziologia e filosofia: Śavāsana come “morte” e abbandono
Śavāsana, nota anche come Corpse Pose (Posizione del Cadavere), deriva dal sanscrito Sava (Cadavere) e Asana (Postura).4 Talvolta è riferito anche come Mrtasana (Postura della Morte). Questa postura, tradizionalmente praticata verso la fine di una sessione di yoga, segna il passaggio dall’attività al riposo, un momento critico in cui la guarigione profonda può aver luogo.5
Il suo scopo è imitare la quiete e l’immobilità di un corpo morto, mantenendo tuttavia la piena consapevolezza della mente e del respiro. È considerata una delle pose più difficili da padroneggiare proprio perché richiede l’intenzione di lasciarsi andare (Surrender), liberando ogni tensione profonda.4 Filosoficamente, Śavāsana è spesso interpretata come una “meditazione sulla morte” (death meditation), un atto di abbandono completo che permette l’integrazione dei guadagni e della saggezza della pratica fisica precedente.6
L’allineamento in Śavāsana è volutamente passivo e progettato per massimizzare il rilascio muscolare e spinale.5 La pratica standard prevede di sdraiarsi in posizione supina (sulla schiena), preferibilmente senza cuscini sotto la testa, se non un piccolo supporto per il collo se strettamente necessario.5
Le istruzioni dettagliate prevedono:
- Gambe separate a una distanza confortevole, lasciando che piedi e ginocchia si rilassino completamente, con le dita rivolte verso l’esterno.5
- Braccia posizionate ai lati del corpo, ma leggermente distanziate, con i palmi aperti e rivolti verso l’alto.
- Occhi chiusi. Il processo di rilassamento inizia con una scansione corporea (body scan), portando metodicamente la consapevolezza a ciascuna parte del corpo, rilassando progressivamente dalla punta dei piedi fino alla testa.5
Śavāsana come stato meditativo: osservazione distaccata
Il vero valore di Śavāsana risiede nella sua natura di postura meditativa: dopo il rilassamento fisico, la sfida consiste nel mantenere la coscienza e indirizzare l’attenzione al respiro, praticando l’osservazione distaccata (detached observation o nonjudgmental awareness) dei pensieri che sopraggiungono.5 Questo stato intenzionale e cosciente è ciò che permette al corpo di aggiustarsi e integrare i benefici delle pose precedenti.6
Sebbene Śavāsana sia spesso confusa con il semplice riposo, la differenza cruciale è che la guarigione e l’integrazione profonda avvengono mantenendo l’osservazione. La pratica dello Yoga Nidra, che si basa su Śavāsana, per esempio, è progettata per condurre il praticante a uno stato di coscienza tra la veglia e il sonno.3 L’indicazione di “non addormentarsi” sottolinea che la vera trasformazione – che include la risoluzione personale e la maggiore ricettività 9 – richiede che la mente rimanga osservante, anziché spegnersi completamente nel sonno non-rem. Questo stato meditativo funge da “ponte riposante” necessario per quietare la mente prima di tornare alle esigenze della vita quotidiana.6
Il profondo rilassamento corporeo abbinato al mantenimento della consapevolezza facilita la stabilizzazione e ridistribuzione dell’energia vitale (Prana), questo contribuisce a migliorare il flusso sanguigno e a regolare lo stato ormonale, un effetto corroborato dagli studi sui cambiamenti fisiologici indotti da pratiche affini come lo Yoga Nidra.4
L’Impatto neurofisiologico condiviso: attivazione del sistema nervoso parasimpatico (PNS)
Il Sistema Nervoso Autonomo (ANS) gestisce funzioni involontarie come la frequenza cardiaca, la respirazione e la digestione.10 L’ANS è diviso in due rami opposti: il Sistema Nervoso Simpatico (SNS), responsabile della risposta di “lotta o fuga” (fight or flight), e il Sistema Nervoso Parasimpatico (PNS), noto come sistema di “riposo e digestione” (rest and digest).1 In presenza di stress cronico, il SNS rimane iperattivo, lasciando l’individuo ansioso, teso ed esausto.11 Entrambe le pratiche, Śavāsana e riflessologia plantare, lavorano attivamente per spostare l’equilibrio verso il PNS, promuovendo il ripristino e la riparazione.
Śavāsana è un elemento chiave nelle pratiche mente-corpo che inducono la Risposta di Rilassamento (RR).1 Il rilassamento profondo e la concentrazione sul respiro rallentano la frequenza cardiaca e riducono lo stress. I benefici clinicamente osservati includono la riduzione della pressione sanguigna, il miglioramento delle funzioni cardiovascolari e respiratorie, e la mitigazione dei sintomi di ansia, stress e depressione.4 Inoltre, Śavāsana e la sua estensione, Yoga Nidra, sono associati a cambiamenti fisiologici positivi come miglioramenti nei parametri ematologici, nei livelli di glucosio e nello stato ormonale.9
La riflessologia plantare, pur essendo una terapia somatica esterna, esercita un effetto diretto e profondo sull’ANS.10 La pressione applicata a specifici punti riflessi sui piedi stimola i meccanorecettori sottocutanei. Questi recettori traducono il contatto fisico in segnali energetici che vengono trasmessi attraverso i nervi sensoriali al midollo spinale e ai centri di elaborazione nel cervello. Studi di risonanza magnetica funzionale (fMRI) supportano l’idea che la stimolazione dei punti riflessi attivi aree cerebrali collegate alle parti del corpo corrispondenti, indicando che la riflessologia non agisce solo a livello superficiale, ma influenza attivamente le vie nervose che collegano la pelle agli organi interni.10
L’elemento cruciale nella regolazione del PNS è il Nervo Vago.11 Il Nervo Vago è il nervo cranico più lungo e la principale “autostrada” di comunicazione del sistema parasimpatico, connettendo il cervello a organi vitali come cuore, polmoni e sistema digestivo. La manipolazione dei punti riflessi può stimolare direttamente il nervo vago, guidando il corpo verso lo stato di “riposa e digerisci.” L’attivazione vagale abbassa la frequenza cardiaca, calma la risposta allo stress e riduce i livelli di ormoni dello stress e l’infiammazione, facilitando la guarigione.11
Differenziazione Modale e Regolazione
Nonostante l’obiettivo finale sia l’attivazione del PNS, il percorso per raggiungerlo è modale. Śavāsana è primariamente una pratica di autoregolazione, in cui il praticante utilizza la propria consapevolezza (respiro, body scan) per indurre il rilascio.1 Al contrario, la riflessologia è una regolazione somatica assistita, in cui lo stimolo esterno (il tocco) agisce come un prompt neurofisiologico diretto che può indurre il rilassamento.10
Questa distinzione ha implicazioni pratiche: mentre un praticante di Śavāsana può fallire nel raggiungere un rilassamento profondo se la mente è troppo distratta o non riesce a mantenere il respiro focalizzato 4, il ricevente di riflessologia può sperimentare un profondo rilascio fisiologico grazie all’attivazione vagale assistita, anche se la sua mente è inizialmente distratta.
Analogia esteriore: posizione supina terapeutica
L’analogia esteriore più evidente tra Śavāsana e la ricezione di un trattamento di Riflessologia Plantare risiede nella posizione supina. In entrambi i casi, il corpo giace piatto sulla schiena (faccia in su), con gli arti leggermente distanziati.5 Questa posizione è specificamente scelta perché massimizza il contatto corporeo con la superficie di supporto (pavimento o lettino).
In Śavāsana, questo allineamento passivo facilita il rilascio muscolare e spinale assistito dalla gravità, permettendo al corpo di “depositarsi” verso il basso e al praticante di percepire il proprio peso e la propria forma in relazione al suolo.
In questa posizione, la stazione eretta è delegata ai piedi.
Conformità posturale nel setting riflessologico
Nello scenario di una donna che riceve riflessologia su un lettino, la posizione supina è la configurazione standard e più appropriata per la manipolazione dei piedi.12 Sebbene alcuni terapeuti possano iniziare il trattamento in posizione prona (a pancia in giù) per ottenere un rapido rilascio della muscolatura della schiena 13, la conclusione del trattamento e la manipolazione prolungata dei piedi avvengono tipicamente in supino, garantendo pieno accesso alla pianta e al dorso.
L’immobilità e la vulnerabilità
In entrambe le discipline, l’immobilità fisica è un pre-requisito essenziale per il successo del lavoro interiore. In Śavāsana, l’immobilità garantisce che il processo di integrazione e la consapevolezza del respiro non siano interrotti.4 Nella riflessologia, l’immobilità è necessaria affinché l’operatore possa applicare pressione mirata sui punti riflessi senza distrazioni e per permettere al flusso energetico indotto di stabilizzarsi e di essere coerente.
Da un punto di vista psicologico, la posizione supina è intrinsecamente una postura di vulnerabilità.13 Affinché l’attivazione del PNS e la guarigione profonda avvengano, il ricevente deve cedere il controllo e disattivare le difese. La calma indotta dal setting terapeutico, supportata dalla fiducia e dall’empatia dell’operatore, agisce come un’ancora di sicurezza che permette al ricevente vulnerabile di raggiungere lo stato di resa: l’analogo psicologico esteriore richiesto in Śavāsana.6
Il Ponte Interiore e Spirituale: Dalla Resa Yogica al Metodo “Dai Piedi al Cielo”
Il Meccanismo Energetico: Prana e Chakra
Sul piano interiore e spirituale, l’analogia tra Śavāsana e il metodo “Dai Piedi al Cielo” (DPC) si manifesta attraverso la gestione dell’energia sottile:
- Śavāsana (Prana): Il riposo profondo è il momento in cui il corpo assorbe e distribuisce il Prana (forza vitale) generato attraverso le asana attive, aumentando il suo flusso nel sangue.4
- DPC (Chakra): Il metodo DPC si concentra sull’armonizzazione dei Chakra. I Chakra, “ruota” o “vortice” in sanscrito, sono considerati centri di energia e coscienza che agiscono come ponti virtuali unendo le polarità di cielo e terra, mente e corpo, spirito e materia. Il loro ruolo è assorbire e distribuire l’energia universale.14
L’obiettivo comune è raggiungere un flusso energetico armonioso: un prana ben distribuito o dei Chakra attivi, la base per il benessere psicofisico e spirituale.
L’analogia della liberazione e della memoria profonda
Sia Śavāsana che il metodo DPC agiscono sulla liberazione di tensioni profonde, ma con approcci leggermente diversi riguardo alla memoria somatica.
In Śavāsana, il rilascio si concentra sull’ego e sui pensieri disturbanti, attraverso la pratica dell’accettazione e dell’osservazione non giudicante.5 L’integrazione della pratica è un atto di auto-guarigione meditativa.
Nel Metodo Dai Piedi al Cielo il focus è esplicitamente sulla liberazione delle memorie e dei traumi. Il DPC postula che ogni Chakra custodisce la “memoria di tutto ciò che l’individuo e la sua linea genetica hanno sperimentato.” Un disturbo fisico o emotivo è visto come la manifestazione di un blocco energetico radicato in queste memorie passate.14 Il tocco mirato sui piedi diventa un mezzo per accedere a stati di coscienza e memorie sepolte, offrendo una via per la loro elaborazione e risoluzione.14 La reazione sul piede per “ri-narrare il cammino di vita” simbolicamente impresso è l’equivalente terapeutico dell’integrazione spirituale raggiunta nello Śavāsana.
La resa (surrender) del corpo e della mente nella posizione supina è il meccanismo psicologico che consente sia allo yogi che al ricevente di accedere a questi strati profondi di coscienza e memoria.
Il piede come “ponte tra mente, corpo e spirito”
Il concetto metaforico e filosofico del metodo Dai Piedi al Cielo trova nella riflessologia la sua applicazione pratica. Il DPC è definito un ponte che unisce mente, corpo e spirito.14 La posizione supina durante il trattamento rafforza questa metafora della connessione verticale: i piedi, che contengono i punti riflessi del Chakra di Radice (Muladhara) e Sacrale, vengono attivamente manipolati, stabilendo un forte radicamento (grounding). Contemporaneamente, l’alluce riflette la sommità della testa e il Chakra della Corona (Sahasrara).14 Il trattamento dei piedi crea letteralmente un flusso di energia dai piedi (la terra, la base) verso il cielo (la coscienza, la testa), riflettendo l’integrazione delle polarità.
Questa mappatura dei Chakra sul piede, che traduce l’anatomia sottile yogica in un’applicazione somatica concreta, dimostra la sinergia fondamentale tra le due discipline:
Corrispondenze Chakra e Punti Riflessi Plantari (estratto DPC):
| Chakra | organi e ghiandole | punti sul piede |
| Muladhara (Radice) | Surrenali, gambe, piedi, ano, intestino crasso | Tallone, base del piede |
| Svadhisthana (Sacrale) | Gonadi, intestino tenue, ovaio, utero, sistema urinario | Area della caviglia e zona sacrale riflessa |
| Manipura (Plesso solare) | Pancreas, stomaco, fegato, cistifellea, milza | Area centrale della pianta, plesso solare riflesso |
| Anahata (Cuore) | Timo, cuore, polmoni, sistema circolatorio | Area centrale della pianta, vicino all’arco |
| Vishuddha (Gola) | Tiroide, gola, collo, bronchi | Parte superiore del piede, base dell’alluce |
| Ajna (Terzo occhio) | Ghiandola pineale, viso, occhi, naso, sistema nervoso centrale | Centro dell’alluce |
| Sahasrara (Corona) | Ghiandola pituitaria, cervello | Sommità dell’alluce e della testa riflessa |
L’etica spirituale del tocco e la convergenza delle intenzioni
L’efficacia del DPC è intrinsecamente legata all’approccio spirituale dell’operatore, che deve agire da una “posizione spirituale compiuta” e stabilire un legame di fiducia e un “sostegno sincero” con il ricevente.14 Questo approccio eleva il trattamento a un’esperienza filosofica profonda.
Si osserva un’interessante dinamica di convergenza/divergenza nelle intenzioni:
- In Śavāsana, l’intenzione del praticante è la non-azione, il rilascio totale, l’osservazione senza giudizio.
- Nel DPC, l’intenzione terapeutica è attiva e viene trasmessa attraverso la “sacralità del tocco”.14
Nonostante queste differenze, il risultato è lo stesso: entrambe le pratiche lavorano per un’esperienza di guarigione che coinvolge la persona nella sua interezza (fisicamente, emotivamente, spiritualmente). Il tocco focalizzato della riflessologia, in particolare sui piedi (le nostre radici), fornisce un intenso radicamento attivo, creando il senso di sicurezza necessario a livello del Sistema Nervoso Autonomo per permettere il rilascio dei blocchi energetici e delle memorie che causano il trauma. Questo radicamento assistito è il prerequisito che facilita la resa interiore.
Sintesi comparativa e valore terapeutico integrato
La terapia integrata: dal “non fare” al “ricevere cosciente”
La somiglianza più significativa risiede nel fatto che la posizione supina e l’immobilità non sono uno stato di inazione, ma il palcoscenico per un’intensa attività interiore e neurofisiologica.5 Śavāsana, attraverso il riposo cosciente, insegna il potere della non-azione per la guarigione, richiedendo un impegno mentale attivo nel distacco. La riflessologia DPC, al contrario, sfrutta la profonda capacità di ricevere cosciente, dove l’intenzione terapeutica esterna (il tocco) catalizza la resa interna.14
Entrambe le pratiche, operando attraverso l’attivazione intenzionale del PNS, forniscono un ambiente in cui i concetti di tempo, spazio e ragione possono svanire, permettendo al Sé di guarire e tornare alla sua forma più naturale.3
Conclusioni e raccomandazioni
L’analisi dimostra che l’analogia tra la postura di una persona che riceve riflessologia plantare e Śavāsana è profonda e si articola su tre livelli interconnessi:
- Analogia esterna e posturale: la posizione supina e l’immobilità sono la base fisica comune per massimizzare il rilascio muscolare e facilitare l’accesso alla vulnerabilità psicologica, un prerequisito per la resa.13
- Analogia fisiologica: entrambe le pratiche sono potenti strumenti per l’attivazione del sistema nervoso parasimpatico e del nervo vago, essenziali per la riparazione corporea e la riduzione dello stress cronico.11
- Analogia interiore e spirituale: la pratica (Śavāsana) o il trattamento (DPC) offrono un ponte per l’integrazione di memorie e traumi, utilizzando un linguaggio energetico comune (Prana/Chakra) e richiedendo un atto di resa e fiducia per sbloccare i blocchi profondi.14
Per massimizzare l’efficacia del Metodo “Dai Piedi al Cielo” è utile incoraggiare il cliente, una volta stabilito lo stato di rilassamento PNS, a praticare l’osservazione distaccata (nonjudgmental awareness) del proprio stato corporeo e mentale, senza sforzarsi di risolvere i pensieri: può amplificare la dissoluzione dei traumi e delle dissonanze narrative che il DPC mira a sciogliere, facilitando il passaggio “Dai Piedi al Cielo” in modo più completo. Il rilascio neurofisiologico assistito fornito dalla riflessologia può così incontrare la massima capacità di integrazione della coscienza, come insegnato dalla millenaria pratica di Śavāsana.
Sitografia
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- Yin Yoga: Rest vs. Relaxation | 60-Min Practice for Deep Healing & Nervous System Reset, https://www.youtube.com/watch?v=myUebphm0k0
- Yoga Nidra Vs Meditation: Key Differences, Similarities & Benefits, https://www.arhantayoga.org/blog/yoga-nidra-vs-meditation/
- Shavasana (Corpse Pose): Benefits, Steps & Variations | MyYogaTeacher, https://myyogateacher.com/yoga-asana/shavasana
- How to do the Corpse Pose (Shavasana), https://guthrie.tricare.mil/Portals/67/Corpse%20Pose%20%28Shavasana-How-To%29.pdf
- Meaning of Śavāsana and Why You Should Do Corpse Pose – Insight Timer Blog, https://insighttimer.com/blog/Śavāsana-meaning/
- Śavāsana Anatomy Do’s and Don’ts, https://yogaanatomyacademy.com/Śavāsana-anatomy-dos-and-donts/
- 3 Corpse Pose (Śavāsana) Variations to Try – Yoga International, https://yogainternational.com/article/view/3-Śavāsana-variations-to-explore-in-your-practice/
- The Origin and Clinical Relevance of Yoga Nidra – PMC – PubMed Central, https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC9033521/
- How Reflexology Affects the Nervous System – Knead Foot & Body Massage Studio, https://www.theknead.ca/blog/how-reflexology-affects-the-nervous-system
- The Vagus Nerve & Reflexology: How to Reset Your Nervous System Naturally – ABWR, https://www.abwr.co.uk/the-vagus-nerve-reflexology-how-to-reset-your-nervous-system-naturally/
- Reflexology’s Supporting Role for Complex Combat Injuries – Positive Health Online | Article, https://www.positivehealth.com/article/reflexology/reflexology-s-supporting-role-for-complex-combat-injuries
- Starting position: prone or supine? : r/MassageTherapists – Reddit, https://www.reddit.com/r/MassageTherapists/comments/1nt4hph/starting_position_prone_or_supine/
- Armonizzare i chakra attraverso la riflessologia plantare, https://daipiedialcielo.it/armonizzare-i-chakra-attraverso-la-riflessologia-plantare/

