L’obiettivo principale dei miei trattamenti ai piedi è lo stato di unione finale non-duale, dove la distinzione fra soggetto e oggetto è posta sotto traccia: in questo contesto spirituale, il trattamento del piede non è ridotto a mera manipolazione fisica, ma si eleva a un vero e proprio rito trasformativo e a una profonda esperienza sensoriale. I miei trattamenti sono progettati per risvegliare e armonizzare l’energia vitale (prana). Il trattamento del piede, benché derivante – in questo orizzonte – da pratiche fisiche consolidate come, per fare un esempio, il Padabhyangam ayurvedico, riceve nella pratica l’infusione di una coscienza rituale che lo trasforma in un veicolo per la centratura, il radicamento e l’ampliamento della coscienza, in cui l’operatore ha piena responsabilità del proprio essere, come risultato di un processo di realizzazione spirituale per il quale si trova al servizio dei suoi riceventi.

Il Padabhyangam (traducibile come “massaggio del piede” o “terapia del piede”) ha un posto di rilievo nell’Ayurveda, dove è spesso identificato come la “madre” di tutte le terapie. Questa pratica sottolinea l’importanza olistica della cura dei piedi poiché essi connettono il corpo umano con la terra. Il Padabhyangam tradizionale comporta il massaggio di punti di pressione specifici con oli medicati, mirando a ripristinare il benessere attraverso il radicamento del corpo e dell’anima. Nella parte finale dei miei trattamenti, dopo i preliminari e la sequenza, utilizzo la base tecnica dell’Ayurveda con l’applicazione di oleoliti di mia produzione. L’intero articolarsi delle fasi dei miei trattamenti si distingue chiaramente dalle metodologie che si concentrano prevalentemente sugli aspetti somatici, in particolare dalla riflessologia plantare occidentale.

La riflessologia plantare si configura come una tecnica terapeutica complementare, in particolare rivolta alla prevenzione del manifestarsi sul piano fisico degli squilibri. Essa si basa sull’evidenza che la pressione e il massaggio di specifiche aree della pianta del piede, definite “punti riflessi,” alleviano disturbi che interessano altre parti del corpo. Questa pratica è essenzialmente focalizzata sulla diagnosi energetica e sull’intervento somatico. Esistono moltissime mappe dettagliate delle zone riflesse, nelle varie tradizioni e scuole, dove in generale l’alluce corrisponde alla testa e all’ipofisi, la zona centrale riflette organi interni come reni e stomaco, e il tallone è associato all’intestino. Il suo campo d’azione include la stimolazione del drenaggio linfatico per l’eliminazione delle tossine e il rilascio ormonale attraverso la stimolazione endocrina corrispondente alle zone trattate con le varie tecniche.

Nella mia pratica, che pure include la conoscenza e la stimolazione di questi punti, si trascende l’approccio puramente organico. Pratico la stimolazione del piede per ristabilire un equilibrio energetico che si estende oltre il piano fisico. Sebbene porti a importanti benefici fisici (come ad esempio il rilassamento, la tonificazione della pelle e il miglioramento della circolazione linfatica e sanguigna), lo scopo primario della mia pratica è la connessione mente-corpo, l’incremento dell’autoconsapevolezza e la guarigione spirituale ed energetica.

La differenza fondamentale risiede nell’intenzione e nel luogo interiore da cui si opera. Mentre la riflessologia occidentale mira a correggere uno squilibrio funzionale con modalità oggettive per lo più indipendenti dal soggetto che opera, infondo nell’atto fisico la massima intenzione interiore, trasformando una tecnica collaudata in un rito consapevole (pūjā). Il mio setting per il trattamento del piede non introduce una tecnica fisica radicalmente nuova, per quanto rielaborata con la personale fisicità, esperienza e attitudine, ma applica la filosofia della non-dualità e l’intenzione sacra alle metodologie fisiche, come quelle di mobilizzazione articolare e l’uso di oleoliti di mia produzione. La trasformazione avviene, dunque, non nel cosa si fa, ma nel come e nel perché lo si fa, elevando l’atto tecnico a un percorso coscienziale.

Il piede come porta cosmica: geometria, flusso energetico e simbolismo – L’iscrizione della proporzione divina e la natura ricettiva

Il piede, nella sua struttura anatomica e nella sua funzione di supporto, è investito di un profondo significato cosmologico. Secondo la mia originale scoperta e interpretazione, qui approfondita con chiarezza, la struttura del piede iscrive la sezione aurea (o proporzione divina, 1:1.618), considerata la base per la percezione della bellezza e dell’armonia in natura e nell’arte. Specificamente, la spirale di Fibonacci coincide con la linea di attaccamento delle dita al metatarso. L’alluce occupa il segmento corto di questa proporzione, mentre le restanti quattro dita occupano il segmento lungo.

Questa integrazione della geometria sacra nel piede sottolinea la sua funzione fondamentale di ricettacolo. La postura naturale del piede, in contatto con la superficie, simboleggia intrinsecamente l’energia femminile Yin, l’energia ricettiva legata alla Terra. Il piede è quindi il punto di ancoraggio e di ricezione, essenziale per radicare il corpo spirituale nel piano materiale.

Questo simbolismo si estende alla relazione operativa durante il trattamento, dove si stabilisce una polarità energetica con le mani dell’operatore. La mano, con la sua postura aperta, è associata all’energia Yang, emissiva e connessa al Cielo. La relazione mani/piedi stabilisce il substrato energetico della comunicazione: l’energia del Cielo (Yang) incontra la ricettività della Terra (Yin).

I due assi cosmologici e la trasformazione energetica

Nella prospettiva cosmologica del mio setting di trattamento, il piede è interpretato come il collettore dei due assi fondamentali dell’universo, anche quando il ricevente è sdraiato in posizione supina. Ho illustrato i due assi nel piede in questo articolo.

Il primo e più cruciale è l’Asse Verticale (Terra-Cielo). Questo è rappresentato dall’orientamento che va dal tallone all’alluce, che riflette l’asse che corre dai piedi alla testa. Simbolicamente, questo asse è il percorso dell’energia vitale (l’equivalente del Prana, del Chi, o dell’elan vital) che, una volta attivato, sale dal basso verso l’alto. La linfa vitale, giungendo dalla Terra attraverso le piante dei piedi, raggiunge il Chakra Radice (Muladhara) e prosegue la sua ascesa verso il cuore e, infine, verso la ghiandola pineale (epìfisi), che è simbolicamente la porta aperta ai mondi dello spirito, situata in un preciso punto sulla sommità dell’alluce.

Il secondo è l’Asse Orizzontale (Mondo di Mezzo). Questo asse conserva la dimensione orizzontale, che corrisponde simbolicamente alla zona delle spalle e del plesso cardiaco. Questa regione è considerata il “mondo di mezzo,” il punto di equilibrio dinamico e di trasformazione. Il lavoro sul piede, posizionato simbolicamente tra terra e cielo e tra tallone e testa, relaziona e bilancia questi tre piani: il mondo di mezzo (cuore) con i piani inferiori (radice/terra) e superiori (coscienza/cielo).

Il processo di bilanciamento di questi assi non ha solo un effetto calmante, ma un profondo esito trasformativo. L’equilibrio tra le polarità permette la conversione dell’Ombra in Luce, incanalando l’energia vitale della terra per pacificare la sensualità del ricevente e facilitare la percezione della propria essenza animica. L’obiettivo finale di questo lavoro è raggiungere uno scambio energetico stabile, paragonabile a un albero ben piantato, con radici solide nella terra (stabilità materiale/sensuale) e un tronco stabile che proietta i rami verso la luce del cielo (coscienza spirituale). Ciò suggerisce che la fioritura spirituale è impossibile senza un forte e consapevole radicamento nella propria base vitale e sensuale.

Corrispondenze cosmologiche del piede nel trattamento, consulta il mio articolo:

Area del Piede Dimensione Energetica Concetti Correlati
Asse Tallone Alluce Asse Verticale (Terra Cielo) Flusso della Linfa dal Chakra Radice all’Epifisi (Spirito)
Base Metatarso Dita Spirale Aurea Sezione Divina Ricezione dell’energia Yin, legata alla Terra; Postura Naturale
Asse cardiaco Mondo di Mezzo (Cuore) Equilibrio e trasformazione (Ombra in Luce); riequilibrio organico
Interazione Mani Piede Proporzione Attiva Ricettiva (1:4) Intensità della comunicazione energetica. Intenzione dell’operatore

La sacralità del tocco: intenzione, devozione e flusso energetico

La sacralità del tocco (Sparsha Vijnana) è l’elemento che eleva il massaggio del piede da una terapia a un rituale spirituale. Questa sacralità è radicata nell’intenzione cosciente dell’operatore, che non agisce per eseguire una tecnica ma per ristabilire una connessione primordiale. L’obiettivo dell’operatore è la connessione col piano divino che permea ogni cosa in ogni istante.

Il tocco è, in essenza, un veicolo per il ritorno alla naturalezza e alla spontaneità, la chiave per aprirsi alla fonte divina. Questo tocco deve essere leggero e delicato, eseguito con maestria e consapevolezza, non guidato per via di ragione. Attraverso questo rituale consapevole, le rigidità fisiche, le maschere emotive e i limiti autoimposti dal ricevente iniziano a dissolversi. L’atto del tocco consapevole permette alla vera luce e alla vitalità intrinseca del ricevente di risplendere, propagando una sensazione di celebrazione cellulare e di ritrovata espressione naturale del corpo. Il vero significato e la magia di questa esperienza non possono essere trasmessi attraverso la parola, ma si manifestano e si comprendono unicamente tramite l’esperienza diretta e incarnata, di cui è responsabile l’operatore. Infatti la sua qualità spirituale, il suo modo di essere nella rubedo di alchimia interiore (risultato delle sue realizzazioni spirituali), denotano la fonte divina cui si connette nella pratica.

Il livello più alto di sacralità del tocco è raggiunto attraverso l’intenzione non-duale. Per il terapista avanzato, la pratica non è esterna, ma interna. È necessario che l’operatore coltivi uno stato di Samadhi: la concentrazione totale in cui la distinzione tra soggetto e oggetto è dissolta.

In questa prospettiva, l’operatore non sta applicando una tecnica su un altro individuo, ma sta partecipando a un’unica esperienza coscienziale, facilitando l’incontro e l’unione fra la pura Coscienza (il Sé), e l’energia dinamica che manifesta il corpo e la vita. 

L’operatore dovrebbe mantenere questa intenzione sacra e non-duale, assicurando che il tocco sia un atto di devozione e riconoscimento della divinità, nell’orbita della sua appartenenza spirituale, in cui si radica, e di cui dev’essere consapevole.

La proporzione della comunicazione attiva (1:4)

Nel mio articolo: La proporzione divina nelle mani e nei piedi, ho effettuato un’oggettiva analisi della dinamica energetica, che rivela una proporzione significativa per la responsabilità dell’operatore nel mantenere l’intenzione pura nella pratica. La pratica avanzata impiega tipicamente le due mani (simbolo di Yang, o energia emissiva, collegata al Cielo) per trattare un solo piede (simbolo di Yin, o energia ricettiva, collegata alla Terra).

Secondo la geometria energetica, la relazione tra le mani e il singolo piede si pone in una proporzione divina di uno a quattro. Ciò significa che la comunicazione attiva (l’emissione di energia e intenzione da parte dell’operatore) è quattro volte superiore rispetto alla comunicazione ricettiva del piede. Questa asimmetria dinamica non è casuale: essa sottolinea l’enorme carico energetico e la necessità di una focalizzazione mentale (Yang) estrema da parte del terapista.

L’elevata intensità emotiva ed energetica che ne deriva, unita alla natura intima del trattamento, rende l’aspirazione all’unificazione soggetto-oggetto (Samadhi) non solo un obiettivo spirituale, ma un requisito etico fondamentale. Data la capacità di trasmissione energetica quadruplicata, l’operatore è chiamato a operare da un livello di coscienza superiore, dal quarto chakra (amore incondizionato), per escludere qualsiasi traccia di ego, giudizio, o dinamiche di potere. Solo così è garantito che il tocco mantenga la sua funzione di rituale puro e non degeneri in una transazione mentale, fisica o emotiva sbilanciata.

La sensorialità come esperienza immersiva: l’architettura sensoriale dello spazio sacro

La sensorialità (Vibhāvana) è un pilastro cruciale del mio setting di trattamento dei piedi, poiché l’ambiente stesso è concepito come un Maṇḍala fisico, essenziale per invitare il ricevente alla presenza e al radicamento. L’allestimento dello spazio della pratica è intenzionalmente ritualizzato per supportare la trasformazione coscienziale.

Vedi il mio articolo: Lo studio come luogo sacro.

L’ambiente deve essere confortevole, accogliente e tranquillo, caratterizzato da luci soffuse. L’olfatto è stimolato da delicati profumi di oli essenziali, mentre l’udito è immerso in rilassanti musiche della tradizione colta occidentale da me selezionate. Specifiche frequenze sonore sono talvolta introdotte attraverso strumenti rituali. Il mio studio è situato in zona collinare ed è immerso nella vegetazione con alberi d’alto fusto. L’area a nord-est di un edificio dirige e governa le energie di tutte le altre aree: vi si concentra una grande energia spirituale, è un’area che rappresenta la vitalità e l’amore. E’ in quest’area che si trova il mio studio per i trattamenti ai piedi, per la meditazione e l’ascolto musicale, un luogo simbolico e sacro costruito in pietra e legno, dove si fa esperienza della connessione fra terra e cielo, fra microcosmo e macrocosmo: un tempio del benessere dedicato all’evoluzione interiore.

Tali stimoli sensoriali specifici servono a un obiettivo preciso: orientare l’attenzione del ricevente a rimanere saldamente ancorata nel corpo e nel momento presente. Poiché il trattamento cerca l’unione mente-corpo, l’uso di sensorialità intensa e piacevole contrasta la tendenza alla dissociazione mentale, che è comune in molti percorsi spirituali. Il corpo, attraverso la sensorialità, diventa il punto di ingresso per la consapevolezza, fondamentale per il radicamento della spiritualità e per la trasformazione dell’ombra in luce.

La parte finale del mio trattamento del piede comprende l’applicazione di oleoliti di mia produzione, con erbe della mia terra, non solo per la scorrevolezza del massaggio conclusivo, ma per i loro effetti terapeutici. L’olio viene applicato con cura sulle piante, sui talloni e sulle articolazioni della caviglia: libera le tossine, stimola la circolazione sanguigna e linfatica, e nutre e purifica la pelle dei piedi, infine consolida il lavoro effettuato nelle altre fasi (preliminari, specifica sequenza individuata), contribuendo a una sensazione di benessere a 360 gradi.

La contemplazione, armonizzazione e risveglio energetico: tecniche di presenza e rilascio energetico

La contemplazione, fase finale dell’intento dopo l’interesse, la concentrazione e la meditazione, è l’atto di presenza cosciente che sigilla il rituale. È un impegno reciproco: l’operatore canalizza uno stato di calma e pace interiore che calma la mente, spesso coltivato attraverso pratiche meditative precedenti, applicando una pressione moderata in movimenti circolari, mirando a generare un’esperienza di rigenerazione. Il trattamento inizia tipicamente con carezze e tocchi delicati per indurre un rilassamento generale, contattando i corpi sottili eterico e astrale prima di intervenire sul fisico.

A livello fisico, il massaggio del piede prepara la via per il libero flusso energetico attraverso specifiche mobilizzazioni articolari nella fase dei preliminari. È cruciale mobilitare tutte le articolazioni del piede, tenendo ferma la caviglia con una mano e muovendo il piede in estensione, flessione e rotazioni complete. Segue l’allungamento delicato delle dita, dal pollice al mignolo, che a volte può produrre un piccolo clic che indica il rilascio di tensione. Questo lavoro iniziale è indispensabile per sbloccare le rigidità fisiche prima di dirigere il flusso energetico.

La risalita dell’energia vitale e l’equilibrio dei chakra

Il mio setting per il trattamento del piede mira intrinsecamente alla stimolazione e alla direzione del flusso di energia vitale. Il piede, come punto di ancoraggio terrestre, è il luogo da cui l’energia viene incanalata verso l’alto. La stimolazione delle zone e dei punti energetici con le dita della mano (che si estende fino ai tendini e alle articolazioni della caviglia) hanno lo scopo di attivare e direzionare questa energia.

Il fine ultimo è facilitare la risalita dell’energia vitale lungo l’Asse Verticale (tallone-alluce). Il flusso intenzionale procede dal radicamento (il primo chakra) attraverso il Mondo di Mezzo (il cuore), per culminare nell’apertura coscienziale attraverso l’epìfisi. Questa armonizzazione dal basso verso l’alto è il meccanismo attraverso il quale si ottiene la trasformazione dell’ombra in luce, un passaggio essenziale per percepire la propria essenza spirituale.

La contemplazione guidata e il rilascio energetico portano a risultati che vanno oltre il semplice rilassamento fisico. Gli obiettivi primari sono il rafforzamento della connessione mente-corpo e l’aumento dell’autoconsapevolezza, facilitando una profonda guarigione emotiva e spirituale.

Quando le rigidità si dissolvono attraverso il tocco consapevole, la vitalità si propaga e le cellule “festeggiano” questo rinnovato riconoscimento del Sé. L’individuo sperimenta il riconoscimento della propria “vera luce” e si ritrova nella sua più splendida espressione naturale. Questo risultato è il frutto diretto dell’avere bilanciato le polarità cosmologiche del piede e dell’aver permesso all’energia vitale del corpo eterico di fluire liberamente.

Conclusioni e prospettive per la pratica avanzata: la trascendenza della triade

Il trattamento del piede si configura nella mia pratica come un rituale spirituale profondo, definito dalla rigorosa integrazione di tre pilastri: la sacralità del tocco, la sensorialità immersiva e la contemplazione coscienziale.

La sacralità è consentita dall’intenzione non-duale, che trasforma l’atto fisico in una offerta di riconoscimento della parte divina della persona, della sua individualità. La sensorialità utilizza un’architettura ambientale precisa e veicoli fisici e sensoriali scelti e coltivati con cura per ancorare la coscienza nel corpo. La contemplazione rappresenta il processo attivo di risalita energetica, che utilizza la polarità terra-cielo del piede per incanalare la linfa vitale verso la piena coscienza spirituale.

Attraverso l’analogia dell’albero ben piantato, il rituale del trattamento dei piedi insegna che la vera ascesa spirituale è sostenuta da una base materica e sensuale pienamente accettata e armonizzata.

Nel mio setting di trattamento del piede la pratica comporta avere requisiti che vanno oltre la mera competenza tecnica come bagaglio strumentale. L’efficacia e l’etica del trattamento dipendono prima di tutto dallo stato di coscienza dell’operatore e dalla sua condizione spirituale.

La gestione della proporzione energetica attiva 1:4 (due mani Yang su un piede Yin) richiede un livello costante di concentrazione elevata e uno sforzo intenzionale per mantenere la non-dualità (samadhi). Sebbene questa proporzione amplifichi l’emissione benefica di Prana e intenzione, essa espone l’operatore alla necessità di una disciplina spirituale rigorosa, garantendo che la grande influenza energetica sia sempre al servizio della trasformazione e della guarigione del ricevente, senza cadere in dinamiche egoiche o di proiezione dell’ombra. La preparazione meditativa, la realizzazione della rubedo di alchimia interiore e l’impegno verso lo stato non-duale sono il fondamento etico e operativo del mio setting di trattamento dei piedi.

 




Roberto Ellero
Operatore olistico di riflessologia plantare taoista musicale. L'esperienza di vita è unica, individuale. Ma d'altra parte si usa parlare di metodi di riflessologia plantare. Per praticità, definisco il mio rapporto col piede come metodo di riflessologia plantare musicale. Coincide col mio dharma. Esso deriva dall’integrazione interiore alchemica di vari strumenti di indagine, con cui ho ampliato la mia coscienza e sensibilità, ne riporto alcuni: la pratica esecutiva e di ascolto nella musica colta occidentale, studi letterari e filosofici, l’utilizzo autoriale del Web e della multimedialità per approfondire le sinestesie, la pratica del tango argentino, la pratica devozionale tantrica di mano destra Guru Yoga nel buddhismo tibetano Karma Kagyu, la pratica tantrica di mano sinistra del trattamento taoista del piede. E' un metodo, ma funziona solo con le mie mani. Nei miei trattamenti coesistono vari approcci secondo la situazione di ciascun trattamento e ricevente: punti riflessi e canali energetici, sistema nervoso, circolazione sanguigna e linfatica, psicosomatica e corpi sottili, biorisonanza corporea musicale, massaggio, chakra riflessi sul piede, sacralità del tocco e sensorialità.